Alberi e nuvole in viaggio
Quando nella vita si chiude una delle pagine che ci hanno offerto per sempre l'esperienza della felicità e il deserto pare il solo orizzonte del nostro destino, può sembrare che la resa sia l'unica soluzione. Ma anche può accadere che la parola ci salvi, specie quella della poesia, capace di ricostruire, a dispetto delle cadute, il senso del vivere. Così avviene in questo libro, meglio in uno dei suoi percorsi centrali, nel quale la fine di un amore diventa occasione di una intensa, multanime ricerca intorno al significato del vivere, perché la vita non sia abbandono, finire di tutte le cose che pur la rendono bella, smarrimento della nostra persona nel lago oscuro di un dolore inerte: il viaggio dell'esistenza, anche a dispetto dei limiti dell'ulisside, trova salvezza nelle inesauste scoperte del vivere, negli incontri e negli stupori del mondo, e in primo luogo nel nostro insopprimibile sentimento della dignità: ciò che nel libro il poeta chiama l'«impervia, splendida salita» che egli si ostina «a vedere infinita». S'insinuano, in questo cammino di rifondazione dell'io, deliziosi e complessi ritratti di donna, una serie di preziosi cammei, fulminanti e raffinate ricapitolazioni di destini femminili.
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