Le vite degli altri. Cento e uno racconti
Provare a immaginare qualcosa dei loro pensieri, delle emozioni e degli affetti, poi uscire dalla loro vita così come vi ero entrato, in punta di piedi, con rispetto e riconoscenza. Nel farlo, forse un po' di presunzione, ma anche l'idea che fosse un modo di esprimere gratitudine per quello che sono stati, e farceli sentire di nuovo vicini. Come unica regola, che il racconto durasse una pagina sola di un taccuino - un moleskine d'ordinanza dalla copertina nera. Per ognuno poi un brano di musica, a loro associato per le vie misteriose delle sinapsi neuronali, che quasi mai ci spiegano il perché delle loro associazioni - un po'come accade nei sogni».
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