Antigoni di Sofocli. Cuntu in lingua siciliana. Lu dramma anticu nutricatu di la puisia di 'n vati
Un traslatore, Alessio Patti, e un poeta, Euranio La Spisa, entrambi organi del Collegio Scientifico dell'Accademia della Lingua Siciliana, si cimentano in una particolare esperienza letteraria di grande impatto culturale: il dramma greco antico in prosa raccontato in lingua aulica siciliana e nutrito da versi endecasillabi siciliani di un vate del terzo millennio nell'affascinante "cuntu" che ha per protagonista "Antigone" nella tragedia di Sofocle, composta nel 442 a.C. Racconta del contrasto tra Antigone e lo zio Creonte, re di Tebe, una rappresentazione del conflitto tra le leggi divine, difese dalla fanciulla, e le leggi umane la cui superiorità è rivendicata da Creonte. Questi, impedendo ad Antigone di dare sepoltura al fratello Polinice, considerato un traditore, commette un peccato di tracotanza che fa reagire gli dèi con mali e punizioni divine. Antigone, che incarna la pietas e la morale privata contro quella pubblica, è la figura femminile capace di decidere ciò che ritiene giusto e di opporsi alle iniquità, al contrario di sua sorella Ismene, incapace di ribellarsi ai voleri degli uomini e di assumersi responsabilità nei confronti dei potenti.
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