Il grido dei gabbiani
Dopo 15 anni di detenzione, Tano esce dal carcere dell'Ucciardone. Un dramma ha marchiato la sua esistenza, l'ha svuotato di ogni sentimento, anche negativo, è solo desideroso di allontanare da sé per sempre "l'episodio" che ha avuto enorme risonanza nella cittadina di Milazzo e che ha costretto la sua famiglia ad allontanarsene. Ma la sua vita, come quella della moglie Elena e dei figli, Pino, Giacinto e Viola, è legata indissolubilmente a quel passato che ha scatenato pericolose conseguenze e con cui tutti, ben presto, dovranno fare i conti. Nella narrazione, condotta con maestria, si dà voce ai vari personaggi che risultano tutti protagonisti, dotati di profondità, ricchi di sfaccettature; l'autrice ce li fa scoprire lentamente, capitolo dopo capitolo, con le loro fragilità, positività, attraverso complesse dinamiche familiari. Ne risulta un romanzo corale che ruota attorno al primo protagonista, Tano, in un legame di intrecci, di fatti intriganti da scoprire, tra passato, presente e un futuro ancora a venire. Anche in questo romanzo l'autrice scandaglia gli aspetti più oscuri della psiche umana, costruendo un giallo psicologico di forte empatia
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