La gran mamma. Favola camorrista
Napoli, 1944. Il Natale è ormai alle porte e in casa di Calogero Martorio, Mammasantissima della camorra, è in corso una cena con tutti i capi dei Quartieri per decretare la condanna a morte di Carmine Atriere, un giovane delinquente accusato di aver ammazzato Zumpatiello, braccio destro del potente Tommaso Cacace. Le testimonianze sembrano tutte concordi: il ragazzo, vilmente, ha accoltellato alle spalle Zumpatiello, assassinando non solo un uomo d'onore ma il padre di cinque figli. Quando tutti i presenti sono ormai pronti al voto, qualcuno si rende conto che al tavolo manca un partecipante per raggiungere il numero dispari, necessario perché la decisione sia valida. Viene quindi chiamata a sedersi Donna Filomena, moglie di Martorio e matrona arguta e verace, a cui eccezionalmente vengono garantiti gli stessi diritti e doveri degli uomini. Fin da subito, però, la versione di Tommaso Cacace non convince la padrona di casa che, aiutata dalla stralunata servetta Concettina, smonterà una dopo l'altra le versioni dei camorristi e ribalterà una sentenza che pareva già scritta, portando alla luce una verità inaspettata e impensabile.