Alzarsi
La piccola Helga si risveglia dopo il pisolino sull’amaca nel frutteto della nonna e trova ad aspettarla una fetta di torta e una tazza di caffè surrogato; è il primo giorno delle vacanze estive, e la sensazione di libertà è inebriante. È con questa fotografia, scattata nei primi anni Cinquanta nella Germania dell’Est, che iniziamo a sfogliare, insieme all’autrice, l’album dei suoi ricordi. Il padre è stato ucciso da una granata sul Volga quando lei aveva soltanto un anno, e da allora è un eroe che prende vita in una serie di figure maschili laterali: amici, vicini di casa, candidati a un posto di padre rimasto sempre vacante. Dall’altra parte, una madre fredda, provata dalla guerra, ma anche poco affettuosa per indole. Il rapporto con lei non è mai stato facile, ma la figlia le è grata: in fondo, nonostante tutto ha deciso di tenerla, l’ha portata con sé quando è fuggita durante la seconda guerra mondiale e ha rinunciato all’idea di avvelenarla nel momento dell’invasione russa. Una pagina dopo l’altra, arriviamo con lei all’età adulta, e osserviamo la vita nella DDR per una donna colta e attiva nel milieu culturale, guardata con sospetto e costantemente sorvegliata dalla Stasi. E infine, la caduta del Muro quel fatidico 9 novembre, l’abbraccio imbevuto di pianto con il marito e poi la folla a Unter den Linden, con la mezzanotte illuminata a giorno. Una vita composta di tante sfide, di conflitti, di resistenza.