Logos. Dalla percezione filosofica alla contemplazione mistica
Una successione di ricognizioni personali tenta di comporre un ritratto sistematico su una figura antica: il Logos, utilizzando una antologia di testimonianze in linea con le più qualificate risorse descrittive messe a disposizione dalla più remota tradizione scritta. Ne risulta un mosaico fatto di tessere dialoganti fra loro, destinate a tracciarne il profilo attraverso la via dialogica, lungo il percorso di una esperienza religiosa piena e creativa, talora inedita ed essenziale. Da una serie di esplorazioni bibliche minuziosamente analizzate da differenti angolazioni – storiche, teologiche, linguistiche e ambientali – scaturiscono valutazioni che tentano di conversare con un pensiero spesso distratto da obiettivi troppo battuti ma irrisolti, perché avvincenti ma insolubili, o soggioganti ma sempre sfuggenti all'umana inadeguatezza. L'oscuramento del senso di Dio, diversamente indotto dalla disarticolazione dei culti e dal depotenziamento diffuso del linguaggio religioso, può rappresentare la causa dell'attuale difficoltà, che lascia solo alle soglie dell'eremo l'esclusività di una proiezione metafisica. Un pensiero che tuttavia può riuscire ad aprire un varco a facoltà intellettive inaspettate, confessando a se stesso l'ingenita vocazione alla mysticavisio. Il saggio, che potrebbe apparire come la riproposta di un dialogo religioso, è sembrato alla fine piuttosto una conversazione con il noncredente.