Competizione e condivisione. La lingua araba e l'editoria come luogo di incontro dal XVI al XVIII secolo
Il volume accompagna la mostra che documenta i secolari rapporti culturali tra vicino Oriente e Europa a partire dal recupero della tradizione filosofica e scientifica greca attraverso le fonti arabe, la pubblicazione delle imponenti Bibbie poliglotte che affiancavano al testo greco e latino quello più antico, ebraico e arabo, e le traduzioni del Corano. In quest'ultimo caso, la traduzione italiana del 1547, l'"Alcorano di Macometto", che riprende quella latina risalente al XII sec. commissionata da Pietro il Venerabile, verrà posta accanto alla prima vera edizione critica occidentale pubblicata a Padova da Ludovico Marracci nel 1698. Se una sezione sarà dedicata alle edizioni in arabo della Stamperia medicea che, dalla fine del Cinquecento, alternò alla stampa di libri liturgici quella di dizionari e grammatiche arabe, un secondo approfondimento sarà agli oltre venti codici arabi donati alla Braidense, intorno al 1826, dall'esploratore e archeologo Giuseppe Acerbi.