I ragazzi della Clarée
Novembre 2017. Raphaël Krafft sta realizzando un reportage sui migranti che sfidano le prime nevi per passare la frontiera franco-italiana da Bardonecchia attraverso il Colle della Scala. Entra in contatto con alcuni volontari locali, che hanno costituito una rete semiclandestina di solidarietà per offrire soccorso ai migranti che rischiano la vita in montagna. Mentre li segue in un pattugliamento notturno al Colle della Scala, trovano quattro adolescenti nascosti nel bosco, male equipaggiati e intirizziti dal freddo. Tre di questi provengono dalla Guinea, uno dal Senegal. Hanno tra i 16 e i 17 anni. Organizzano subito il trasferimento dei ragazzi a Briançon perchè siano presi in carico dai servizi sociali ma vengono fermati dalla Gendarmerie che, in barba ai diritti dei minori non accompagnati, li rimpatria immediatamente in Italia e accusa soccorritori e giornalisti presenti di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Un anno più tardi, Krafft parte per la Guinea per capire come mai tanti giovani migranti che passano dal Colle della Scala arrivano proprio da lì. Questa volta però non è un reportage come altri perché il giornalista è in missione per conto degli studenti di Névache, coinvolti in un progetto ambizioso dall'associazione Globe Reporter insieme ad altre scuole francesi: sono i ragazzi che indicano al loro inviato sul campo quali temi approfondire, quali soggetti intervistare, che domande fare. Dal traffico della capitale alla cima del Monte Nimba, sulle tracce degli elefanti o dei fantasmi della dittatura, tra infermieri senza stipendio e guardiaparco senza benzina, tra rimpatriati volontari, ma non troppo, e artisti che sgomitano per farsi finanziare dall'OIM (Organizzazione Internazionale per le migrazioni): il mosaico che si delinea non ha tinte idilliache e fa emergere le contraddizioni del Paese.