La questione antropologica nelle politiche europee
Le circa cento associazioni italiane di ispirazione cristiana riunite nel network “Ditelo sui tetti”, da tempo impegnate a diffondere nella dimensione pubblica il rispetto operoso “dell’uomo tutto intero” (K. Wojtyla), hanno elaborato una ideale agenda per la rinascita del progetto di integrazione europea. Nell’occasione del rinnovo delle istituzioni dell’Unione, vengono identificate le ragioni del declino nel rifiuto delle radici greco-giudaico-cristiane che, nel sopravvenuto “cambio d’epoca”, sta lasciando spazio al dilagare di una concezione ridotta dell’umano. Un neo individualismo, proposto retoricamente come “stagione dei diritti”, fa avanzare l’indifferenza verso le fragilità e la “cultura dello scarto” (Papa Francesco). La stessa competitività economica è indebolita dall’impoverimento delle coorti giovanili e da un ecologismo che ideologicamente attribuisce alla causa antropica il cambiamento climatico. Il tradizionale modello sociale, costruito sulla solidarietà intergenerazionale, viene considerato insostenibile. Gli impegni politici suggeriti dall’agenda muovono quindi dalla vitalità demografica, dalla insostituibile funzione della famiglia naturale, dalla formazione morale della persona nel confronto con le macchine intelligenti, dalla tutela e cura del ciclo naturale di vita. In questo contesto, le associazioni firmatarie vogliono riaffermare la positiva “eccezione italiana” di cui parlava Giovanni Paolo II.
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