La vita come noi l'abbiamo conosciuta. Autobiografie di donne proletarie
Nel 1931 la Co-operative Women’s Guild, la Lega delle donne fondata a Londra nel 1883, pubblica alcune autobiografie di proletarie inglesi. Queste vite, scritte di proprio pugno, non sono solo una rara testimonianza diretta di donne di classi popolari sulle loro condizioni di vita e di lavoro, ma anche una straordinaria fonte della storia della loro presa di coscienza. Invitata a scrivere l’introduzione, Virginia Woolf lo fa sotto forma di una lettera a Margaret Llewelyn Davies, segretaria della Lega. Woolf osserva che quelle autobiografie, scritte “in cucina, nei ritagli di tempo libero, in mezzo a ogni sorta di distrazioni e ostacoli”, rappresentano un documento della “stupefacente vitalità dello spirito umano”, di quella “innata energia che nessuna sequela di parti e di bucati è riuscita a spegnere”. Una testimonianza preziosa che ci racconta la forza di un’organizzazione che all’inizio aveva dato alle donne proletarie “semplicemente” una stanza fatta di confidenze, presto trasformatasi in officina di idee e riforme.
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