Dovevo dire Mick Jagger
A trentasei anni, Mick Jagger riempiva gli stadi e incarnava il mito dell’eterna giovinezza. Laura, invece, riempie scatoloni, colleziona traslochi e non sa cosa rispondere quando le chiedono dove si vede in un futuro prossimo. Lui saltava sul palco, lei sulle rate dell’affitto. Ha una coinquilina dal dialetto spesso incomprensibile, una relazione senza troppi vincoli e un lavoro stabile, quel tanto che basta a soffocarla. Quando le si parano davanti due consulenti assicurative pronte a proporle il famigerato pacchetto Future Plus, la sua mente atterra altrove: l’adolescenza in provincia, le pantofole di Titti, le calze autoreggenti, le case che ha abitato, i primi amori e le ultime delusioni. E quel sogno lontano di diventare madre, forse per smettere di sentirsi figlia. Tra fallimenti personali e insoddisfazioni mai risolte, si snoda un viaggio ironico e pungente. Greta Cappelletti scrive con ironia affilata e leggerezza implacabile una storia che parla di tutte quelle scelte che avremmo potuto fare ma che, per educazione, spavento o pura distrazione, abbiamo lasciato andare. Perché la vera domanda non è se il destino esiste, ma se siamo ancora in tempo per riconoscere il nostro.
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