Il riso dei filosofi

Il riso dei filosofi

Lo stereotipo del filosofo serioso e austero è duro a morire. Ancora oggi, molti credono che il comico sia estraneo al pensiero filosofico. In realtà, non solo nel mondo antico, da Talete a Luciano, ma anche nell’età moderna e contemporanea, da Erasmo a Kant, da Marx a Nietzsche, fino a Heidegger e Severino, il riso, il comico, lo sberleffo sono stati un’arma fondamentale per svelare la contraddittorietà di presunte verità assolute o per mettere in discussione il potere costituito. Non a caso, il clero, gli intellettuali di regime e gli Stati autoritari hanno sempre equiparato il riso a un reato, invocando o praticando la repressione dei comici. La criminalizzazione del riso è però un atto contro l’umanità stessa: l’uomo, se gli è proibito ridere, perde un connotato centrale del suo essere uomo. Attraverso un’analisi divertente e rigorosa, Michele Martelli ripercorre alcune fasi cruciali della storia del pensiero occidentale per smontare il diffuso pregiudizio secondo cui il riso è «nemico dei filosofi».
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