Non credo più in Lars von Trier
Due donne nel bagno di un centro commerciale danno sfogo alle più intense fantasie sessuali. Una coppia di letterati ridotti sul lastrico scuoia cani di razza e li rivende spacciandoli per carne di montone. Una fan di Amy Winehouse, alla morte della propria beniamina, dà un party solitario fino all’irrompere del caos fatale. Una donna abbandonata dal marito si trova a fare i conti con un figlio disabile e un desiderio che fa paura solo a pensarlo. E poi c’è lei: La Marilyn, una bellissima transessuale nella sala d’aspetto di un consultorio insieme alle ragazze in attesa di abortire. È un mondo complicato, questo di Marvelys Marrero, in cui l’unica cosa che importa è mangiarsi a vicenda, con voracità, per potersi finalmente appartenere. C’è la carne in questi racconti, ci sono occhi, braccia, seni, sorrisi. C’è la dipendenza, da animali, persone, pezzi di corpo. C’è un manuale per vivere, che tu sia un cane o un uomo. C’è da dare un nome alle cose, specie quando si è persa ogni grammatica universale e non si può più credere a niente e a nessuno, neanche a Lars Von Trier. C’è l’amore, perché il dolore della carne sa essere amore e il sesso può farci dimenticare, anche solo per qualche momento, che la morte ci tallona e sa superarci.