Discorsi d'osteria. Machiavelli e Guicciardini affacciati sul caos

Discorsi d'osteria. Machiavelli e Guicciardini affacciati sul caos

Per un incantesimo Machiavelli e Guicciardini si ritrovano in carne e ossa in un’osteria di paese. Entrambi conservano memoria del loro tempo e insieme consapevolezza del presente. Ma mentre nell’Aldilà avevano assistito agli eventi senza più alcuna passione, ora sono di nuovo carichi dei furori e delle delusioni con cui avevano chiuso gli ultimi anni della loro vita. Riandando ai tempi dell’invasione straniera, essi riflettono sulle ragioni di quella disfatta e sull’Italia presente. I due sono amaramente consapevoli di ritrovarsi in un’epoca di declino per certi versi simile alla loro, di immiserimento civile e di perdita di sovranità. Ma mentre Guicciardini sostiene che «Tutto quello che è stato per el passato è al presente e sarà in futuro», Machiavelli auspica «che un nuovo vento di profezia si alzi a soffiare nelle vele dell’umana famiglia e apra la via a una diversa navigazione».
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