Il delitto Camus
Gennaio 1960. L'auto con a bordo Albert Camus, in viaggio verso Parigi, sbanda in pieno rettilineo e si schianta contro un albero a un centinaio di chilometri dalla capitale. Camus muore sul colpo. Insieme a lui, il suo editore e amico che era alla guida, Michel Gallimard. Sull'evento si allunga l'ombra del KGB, il quale avrebbe manomesso il veicolo su ordine del Ministro degli Esteri sovietico Šepilov. Camus aveva avuto l'ardire di criticare l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956, oltre che sostenere la nomina di Boris Pasternak al premio Nobel. Dopo lo scalpore suscitato da "Camus deve morire" (2013), Giovanni Catelli riapre il mistero della morte dello scrittore francese, muovendosi alla ricerca della verità con nuove inedite testimonianze, come quella del grande avvocato Jaques Vergès, amico del capo del KGB, Šelepin, che sostiene l'indicibile – l'attentato aveva ricevuto l'assenso dei servizi francesi.
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