Dai centri ai confini degli stati rinascimentali: letterati, diplomatici, officiali di fronte alle guerre d'Italia (1494-1559)
Il volume propone una ricostruzione storico-letteraria del periodo delle guerre d'Italia, allargando lo sguardo al decennio precedente l'invasione francese del 1494 e all'inizio di nuovi conflitti dopo la pace di Cateau-Cambrésis, sulla base degli scritti di coloro che ne sono stati spettatori e ne hanno interpretato le implicazioni storico-politiche. I contributi indagano il contesto e le condizioni materiali nelle quali si calano le esperienze dei letterati con incarichi diplomatici e ufficiali, che proprio per il loro ruolo e per la loro attività letteraria dispongono una lente di osservazione privilegiata. Di fronte alla realtà della guerra, infatti, la scrittura, oltre a essere mezzo di conoscenza, si fa strumento per riflettere sulle dinamiche della lotta politica e per orientarne talvolta la percezione ai livelli più alti, tanto nei centri principali quanto nelle periferie degli stati rinascimentali. Il volume presenta gli esiti delle ricerche da un lato su carteggi e documenti d'archivio, destinati solitamente a una circolazione privata o semi-pubblica; dall'altro su opere letterarie pensate invece per una diffusione a vari livelli: emerge così una realtà dominata non solo da sovrani e principi, ma popolata anche da ambasciatori e funzionari. L'orizzonte della ricerca si è quindi esteso verso le periferie e i governi locali dove, in contesti di maggiore lontananza dal potere centrale, l'affiorare dello scontro tra potere de iure e de facto non sempre riflette gli schieramenti politici in campo o le posizioni assunte dagli stati italiani tra di loro e nei confronti delle potenze straniere. In questo modo i diversi contributi intendono restituire alcune tessere da considerare per una storia letteraria rinascimentale attenta alla complessità dei rapporti su cui si costruisce.
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