Fanne buon uso
Ombretta, Claudio e Giona non si conoscono e non si incontreranno mai. Eppure, c’è qualcosa che li lega: una diagnosi infausta che grava sulle loro vite. A pronunciarla è stato il Dottor Riccardo Hofer, un neurochirurgo di grande fama. La loro condizione sembra essere senza via d’uscita, ma sarà proprio la malattia a rivelare una verità profonda: tutti, in modi diversi, hanno trascurato qualcosa di essenziale. L’amore, la famiglia e, soprattutto, se stessi. E se questo viaggio inatteso e doloroso fosse, in realtà, la loro più grande opportunità di redenzione? Una riflessione universale si fa strada lungo tutto il romanzo, emergendo con forza attraverso le vite dei protagonisti e i loro destini intrecciati: il tempo è un dono limitato, ed è nostro compito imparare a “farne buon uso”.
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