Le luci e le ombre della vita di Caravaggio. La psicologia di un genio
Michelangelo Merisi detto Caravaggio dovette affrontare nel corso della sua vita due eventi traumatici che lo segnarono profondamente: la morte del padre a causa dell’epidemia di peste nera, e l’uccisione del Tommasoni, durante una rissa, ad opera dell’artista. Gli anni seguenti furono caratterizzati da una continua fuga dalle autorità in quanto il Merisi era stato condannato, per il reato commesso, alla pena capitale, che lo costrinse ad abbandonare Roma per dirigersi verso il Sud d’Italia. Quest’ultimo periodo dell’esistenza dell’artista influì notevolmente sullo sviluppo del disturbo borderline di personalità, che ne funestò la vita. Le opere del pittore si caratterizzano per straordinari contrasti di luci e ombre, propri dello stile caravaggesco, ma che riflettono anche tratti tipici della patologia borderline. Tra i quadri che più degli altri mettono in risalto il disturbo si annoverano quelli in cui figurano decapitazioni, ad esempio la Medusa, Giuditta e Oloferne, la Decollazione del Battista e David e Golia, e anche la Conversione di Saulo, in cui è presente il tema della cecità, quindi della castrazione simbolica, come la decapitazione.
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