Sulle orme della volpe
Julien ha lasciato il Sud e la città, disgustato dalla società materialista e consumista, per trasferirsi nel Grande Nord, la terra degli inuit. Nel rapporto autentico e quasi sacrale di questo popolo con la natura, con i suoi ritmi e con tutti gli esseri viventi, spera infatti di riscoprire il senso dell’esistenza e porre fine al profondo malessere che lo affligge. Nel villaggio dove abita ha ripreso a esercitare come medico e ha di nuovo accanto a sé una donna che lo ama. Ma resta un vuoto da colmare che gli impedisce di voltare pagina del tutto: nel Sud ora così distante è rimasta Marie, la sua bimba. A un certo punto, il bisogno di rivederla diventa così impellente che non può fare altro che partire, quasi fuggendo. Inizia così la sua corsa nel freddo glaciale della taiga incontaminata. È convinto di poter attraversare il deserto bianco che conosce e ama, ma un incidente in motoslitta lo lascia a piedi, bloccato in quel nulla, solo e senza la speranza di soccorsi. Nella lotta per la sopravvivenza, in una sfida durissima e sfiancante, verranno allo scoperto tutte le contraddizioni irrisolte e le false verità che si porta dietro da sempre. Un incontro inaspettato gli permetterà però di fare chiarezza dentro di sé e di ripartire. Jean Désy – scrittore e poeta canadese, finora inedito in Italia – ci offre un romanzo che ha il sapore di un racconto iniziatico e l’intensità, quasi crudele, di una poesia.