La collera e il desiderio
Isor ha tredici anni. Non sa parlare. Non sa disegnare. Non sa contare. Non sa leggere, nemmeno l’orologio. Non sa tenere la forchetta, né mettersi uno zaino sulle spalle. Eppure quando balla, ascoltando una musica che ha nella testa soltanto lei, sembra mettere in perfetta armonia il mondo e le cose. E a volte piange, disperatamente, per motivi incomprensibili. E a volte invece ride, felice, per motivi altrettanto incomprensibili. E capisce i fiori, e gli animali, e sa ascoltare come nessun altro il rumore del vento. Sua madre la guarda, la ama, cerca in lei tutto ciò che di bello può dare, che è tanto. Suo padre non si rassegna a questa figlia così diversa, così «sbagliata», e ogni mattina si chiede: «Come può essere mia?». Un giorno, per un’emergenza, i genitori la affidano per qualche ora a un vicino, Vincent, un anziano vedovo, solo e scorbutico. E accade il miracolo. Isor e Vincent si capiscono immediatamente, e tra loro nasce un legame unico, magico, incantato. Isor, con quest’uomo solo e per la prima volta nella sua vita inspiegabilmente capace di accogliere gli altri proprio grazie a questa ragazzina così strana, inizia a rivelare tutta la sua incredibile, ricchissima interiorità, una sensibilità quasi sovrannaturale, una sorta di connessione con ciò che ci sovrasta. Fino a decidere di lasciare tutto e di fuggire in cerca di qualcosa che ci rivelerà molto di lei e dell’uomo che le ha permesso di emergere da quel niente apparente in cui ha vissuto per tredici anni.