Era mio padre, era mio zio. Una storia incredibilmente vera sull'altra Resistenza

Era mio padre, era mio zio. Una storia incredibilmente vera sull'altra Resistenza

Ettore, soldato di truppa nella guerra di Grecia, si era trovato l’8 settembre 1943 in quella terra, spedito là da Mussolini al fianco dei nazisti. Venne fatto prigioniero dagli alleati di prima, messo su un treno bestiame e spedito in terra di Germania, promosso a schiavo di Hitler. Gli fu data un’alternativa alle sofferenze del lager: firmare la rinnovata fedeltà al Führer e al Duce e aderire alla Repubblica fascista di Salò. Disse, nei fatti e nelle parole, di no, come fecero altri 700mila italiani, gli IMI. Ben sapendo dei rischi e pericoli a cui andava incontro, ha più volte tentato la fuga, attirato dalla voglia di ritornare libero. A fine gennaio ’45 tentò ancora una volta, attraversando da solo a nuoto il gelido Reno e giungendo, disperato ma vivo, all’altra riva, dove lo incorse in un battaglione degli Alleati. Non solo: gli fu offerta la possibilità di aggregarsi all’esercito USA e combattere contro i nazifascisti, con le armi in pugno, in terra di Germania. Arriverà addirittura al resort di Hitler, a Berchtesgaden. Chi l’avrebbe mai detto?
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