Il sacco e rovina di Sperlonga nel 1623

Il sacco e rovina di Sperlonga nel 1623

4 luglio 1623, Sperlonga. Un rinnegato traditore indica alla flotta ottomana un indifeso paesino di pescatori, arroccato su uno scoglio del turbolento mar Mediterraneo. Una preda facile sulla quale si abbatte improvvisa la furia devastatrice dell’assalto corsaro. Il panico si diffonde tra le barche in secca sulla spiaggia, ancora cariche di pesci, e risale gli stretti vicoli bianchi, dove le famiglie dei pescatori si preparavano, ignare, alla solita mattinata tranquilla. In pochi minuti il nemico sciama ovunque. Per gli Sperlongani è un si salvi chi può. La violenza senza limiti degli aggressori spazza via ogni morale. Cosa accadde veramente e di chi furono le colpe? A pochi giorni da quella sconvolgente tragedia popolare, il chirurgo e poeta di Lenola, Curzio Mattei, redasse l’appassionante cronaca letteraria degli avvenimenti, in un dramma dai tratti epici e cavallereschi, ma anche duri e critici verso il potere e coloro che avevano trascurato Dio.
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