La morte della Romanziera
Nell’estate del 1949 la morte di una guaritrice miracolosa, Tindara Persichini, detta la Romanziera, scuote la città di Palermo. Quello che sembra un incidente non convince il fratello di Tindara, Bernardo, deputato del Partito Socialista, che decide di rivolgersi all’ispettore capo di Palermo, Rosario Granata, un campano fresco di nomina, sempre affiancato dall’assistente, il giovane Mario Lombardo, ben più dotato del suo superiore. La morte della Romanziera non è un affare semplice. Intorno alla signora gravitavano infatti diversi esponenti di spicco della società, politici e religiosi, persino il famoso Salvatore Giuliano, l’affascinante bandito. Sullo sfondo di un giallo dalle tinte fosche e tragicomiche, il paesaggio aspro e ostile, ma al tempo stesso familiare e consolatorio, di una Sicilia dove si combatte per tutto: l’indipendentismo, il diritto alla terra degli agrari, la fame e la mafia, ormai indissolubilmente legata alla politica.