Gli uomini di Mussolini
Dopo "Storia del fascismo", Frédéric Le Moal continua il suo lavoro di analisi e comprensione del fascismo italiano con una serie di ritratti dei principali gerarchi. Poco noti al grande pubblico, questi uomini circondarono e servirono il duce con un fervore quasi religioso, come discepoli in venerazione del fondatore della nuova Italia. Essi furono i protagonisti in camicia nera della violenza del dopoguerra, gli attori della marcia su Roma, gli artefici della dittatura, i pensatori dell'ideologia fascista, i teorizzatori di un'originale diplomazia. Alcuni provenivano dalle file del socialismo italiano, altri dal nazionalismo, ma tutti praticavano il culto del dittatore, che esercitava una sorta di incantesimo e non esitava a metterli l'uno contro l'altro in un gioco di sanguinosa emulazione. Tuttavia, in molti – compreso il genero, Galeazzo Ciano – lo tradirono quando i disastri della Seconda guerra mondiale gettarono l'Italia nel baratro, dimostrando un coraggio che né gli sgherri di Hitler né quelli di Stalin seppero dimostrare. La storia di questa lealtà spezzata viene raccontata grazie ai ritratti di quindici personaggi dal particolare destino: Dino Grandi, Roberto Farinacci, Italo Balbo, Giuseppe Bottai, Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi, Michele Bianchi, Costanzo e Galeazzo Ciano, Augusto Turati, Achille Starace, Giovanni Gentile, Luigi Federzoni, Pietro Badoglio e Alessandro Pavolini.