La donna col vestito verde

La donna col vestito verde

Nella primavera del 1864 Claude Monet, un giovane artista di bell’aspetto con la barba scura, i neri occhi guizzanti e i modi spavaldi di chi cela una certa timidezza da provinciale, entra al Libraire Doncieux di rue Dante, a Parigi, attratto dall’elegante insegna dipinta a mano che penzola all’entrata. Dietro la scrivania siede una ragazza incantevole di diciassette anni. I folti capelli castano dorati, trattenuti da un pesante nastro di velluto nero, brillano alla luce della lampada da tavolo. L’incontro si rivela fatale per entrambi. Camille-Léonie Doncieux diverrà la donna del destino di Monet. Il pittore la accoglierà nel suo atelier sulla Rive Gauche, un appartamento ingombro di libri, scialli, arredi scenici, sedie, dove trascorrono giornate intere Renoir, Pissarro e Cézanne. La dipingerà con un lungo abito da passeggio verde smeraldo, consegnandola all’eternità. La trascinerà nella sua vita da bohémien, la amerà, la deluderà.
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