Barbizon Hotel
«Oh! È fantastico essere a New York… soprattutto se alloggiate al Barbizon per sole donne». Negli anni Cinquanta sulle riviste lo slogan è sempre quello, rassicurante nella sua insistenza: l’hotel piú esclusivo di New York, il Barbizon, è il luogo ideale per le donne nu - bili che affluiscono sempre piú numerose per lavorare nei nuovi, straordinari grattacieli; donne che desiderano quello che gli uomini hanno già: dei «residence», ovvero hotel che propongono tariffe settimanali, servizio di pulizia quotidiano e una sala da pranzo al posto dell’onere di una cucina. Ma chi è la donna che alloggia al celebre Barbizon Hotel? Qualunque siano le sue origini, di solito arriva in taxi, con indosso i suoi abiti migliori, armata di valigia, lettera di raccomandazione e speranze. È in fuga dalla sua città natale e dalle scarse prospettive che la caratterizzano. Adesso è lí, a New York, pronta a cominciare una nuova vita. E quale miglior inizio, se non il Barbizon? L’hotel trabocca di aspiranti scrittrici, giornaliste, attrici e cantanti, alcune già famose. Dopo aver superato l’ispezione della severa vicedirettrice, la nuova ospite prende l’ascensore fino al piano della sua camera, dove nessun uomo sarà mai ammesso, e dove i pochi mobili e suppellettili rappresentano alla perfezione la «stanza tutta per sé». Tra quelle pareti, però, non tutto è come appare. Assieme all’ambizione, aleggiano anche i fantasmi della disillusione e di una solitudine talvolta insopportabile.