I segreti della «Mandragola». Con il testo della princeps della commedia e a fronte quello del ms. Redi 129
Il volume è il seguito della monografia "Magia, lingua e commedia nel Machiavelli" (Firenze, Olschki, 1990) ed è il frutto di ricerche trentennali. Le tesi qui esposte sono riproposte con nuovi documenti e riflessioni: la commedia machiavelliana sarebbe stata più volte rielaborata fino all’ultima revisione per la stampa a Firenze nella tipografia di Bernardo Zucchetta, in vista di una nuova rappresentazione per i Floralia voluti da Leone X nell’aprile del 1520. La prima rappresentazione avrebbe avuto il titolo di Phalangio e sarebbe avvenuta l’8 settembre del 1518, nella notte delle nozze di Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino, che nell’interpretazione allegorica sarebbe stato simbolicamente messo in scena nei panni del personaggio di Callimaco. Il duca d’Urbino, però, morì il 4 maggio 1519, cosicché la commedia sembrò aver prefigurato la sua morte. Nella revisione, voluta da Leone X, Machiavelli sarebbe stato invitato a eliminare il più possibile riferimenti alle pozioni magico-mediche cui era ricorso nelle precedenti redazioni, al punto che anche la pozione di mandragola, che dette il titolo alla commedia, fu sostituita con un innocuo ipocrasso, una specie di sangria. La revisione sarebbe stata condotta con la collaborazione dell’umanista Paolo Giovio, medico del cardinale Giulio de’ Medici, nonché suo “ministro” della cultura.
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