«La maledetta lupa» del capitale. Il pensiero economico-politico di Dante
Contro la diffusa opinione di un Dante nostalgico del feudalesimo al tramonto, politicamente reazionario e incapace di comprendere le trasformazioni sociali ed economiche del suo tempo, i saggi raccolti in questo volume mostrano analiticamente come il sommo poeta ebbe una consapevolezza acutissima della mutazione antropologica che il primo capitalismo (usuraio e finanziario) produsse nella società italiana ed europea del suo tempo. Tale consapevolezza, maturata di prima mano nel seno della sua famiglia (usurai da varie generazioni), accompagna il suo pensiero politico, la cui formidabile e attualissima carica utopica si alimenta di una critica del capitalismo (inteso come insaziabile bramosia del lucrum, ossia il profitto) che si accentua col tempo facendosi sempre più severa, fino a identificare nell'Impero l'istanza politica globale che ha il provvidenziale compito di estirpare dalla terra la "blanda cupiditas", ossia la "maladetta lupa" del capitale.
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