Tutti innocenti. Il ritorno del commissario Gastaldi
Primavera 2020. Il lockdown per frenare la pandemia sembra paralizzare anche i criminali. E il commissario Gastaldi indaga sul ribaltamento sospetto di un tratto in alta val Trebbia, per avere la scusa di lasciare una Piacenza spettrale, percorsa incessantemente dalle ambulanze, e respirare l’aria pulita degli Appennini. La tregua dura poco, però. Una ragazza viene trovata morta, in città, lungo «la pista ciclabile del degrado». Ha diciott’anni ed è una studentessa di Anna Carfì, la moglie di Gastaldi. Sua madre è infermiera, in prima linea contro il Covid-19, che «non è più come a marzo, ma...» Un migrante senza fissa dimora viene arrestato immediatamente nei pressi del luogo del delitto. Il caso sembra già chiuso. Eppure, secondo Gastaldi, qualcosa non quadra. «Sei il solito razzista al contrario», gli rimprovera un collega. Bosonetto torna al poliziesco con lo stesso indagatore de Gli alberi del Nord: Pietro Gastaldi, piemontese trapiantato in pianura, nonno in astinenza da nipote, sfollato sulle Alpi cuneesi. Un eroe riluttante incapace di mettere a tacere la voce della coscienza.