Ho visto la luce. La storia di un imprenditore che ha portato la luce di Recanati nel mondo
C’è un colle, nelle Marche, oltre il quale, almeno con la fantasia, siamo andati tutti alla ricerca di un sogno. C’è una famiglia, nelle Marche, che ha portato non solo lo sguardo oltre la siepe, ma un’intera visione – che ne ha fatto una delle realtà imprenditoriali più luminose d’Italia e del mondo. Partendo da un materiale, il corno, che alla fine degli anni Trenta in pochi sapevano lavorare, arrivando al plexiglas e alla creazione di oggettistica per la casa, Adolfo Guzzini e i suoi fratelli iniziano un viaggio che continua tuttora, aprendo la strada dell’industria dell’illuminazione ai grandi nomi del design e a partnership di altissimo livello con il Centre Pompidou, l’area archeologica di Luxor, il Cenacolo vinciano a Milano, la basilica di San Pietro per la Pietà di Michelangelo. Oltre il colle c’è la luce: la luce è vita, fonte di idee. Guzzini e design diventano un connubio imprescindibile, la cui meta è l’armonia delle forme. Adolfo Guzzini è fra i primi a spalancare le porte della propria azienda ai nomi illustri del design italiano. Poi, il punto di vista cambia: la luce plasma lo spazio e da oggetto, la luce si fa progetto. Esce dal teatro, dal cinema, e diventa protagonista nei musei, negli showroom, nelle case. A fine anni Settanta, l’illuminazione è luce architetturale. Successivamente, la luce arriva nelle città. Numerosi sono stati i premi e i riconoscimenti negli anni. Adolfo Guzzini, però, non ha mai rinunciato alla centralità del borgo natale e del suo territorio, all’importanza di una managerialità che parte dalla persona per esaltare la ricerca, lo sviluppo scientifico, l’innovazione, la cultura e la società. E come ci ricorda: «Il futuro è dell’illuminotecnica, la regia luminosa degli spazi, perché rende il mondo più bello».