Un intellettuale europeo. Umberto Campagnolo tra antifascismo e guerra fredda

Un intellettuale europeo. Umberto Campagnolo tra antifascismo e guerra fredda

Il filosofo del diritto Umberto Campagnolo è un intellettuale poco conosciuto, sebbene sia stato candidato al premio Nobel per la pace. Il libro ne approfondisce la formazione, la sua concezione di sovranità statale e di federalismo, e la sua attività politica, ricostruendo le modalità con cui diede vita a un'ampia rete di intellettuali da tutta Europa. Esule antifascista a Ginevra, poi segretario generale del Movimento federalista europeo, Campagnolo concepiva la cultura come creazione di valori, autonoma dalle ingerenze della politica. Fu il fondatore della Società europea di cultura (SEC), un'associazione di intellettuali istituita allo scopo di aprire canali di comunicazione tra i blocchi nel nome di una comune cultura europea. Attraverso la SEC, fu in grado di far dialogare tra loro intellettuali di tendenze politiche e culturali diverse e di garantire spazi sicuri di riflessione condivisa per filosofi e artisti provenienti da entrambi i lati della cortina di ferro negli anni più duri della guerra fredda. Il libro s'interroga, inoltre, sull'apertura della SEC a intellettuali africani e asiatici negli anni Cinquanta, presentando il concetto di «civiltà dell'universale» come apice della riflessione filosofica di Campagnolo.
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