L'arte. Conversazioni raccolte da Paul Gsell
«Auguste Rodin è l'artefice di un'opera che cresce ogni giorno, incessantemente, come una foresta. Un'opera che cresce nella purezza, solitaria e immersa nella grande natura eterna», scrive Rilke, l'interprete più profondo, più commosso del celebre scultore. E di quest'opera «pura e solitaria» lo stesso Rodin ci parla nelle conversazioni raccolte da Paul Gsell nel 1911. Ci descrive la genesi delle sue opere più famose, celebra la bellezza del corpo femminile e del creato, ci narra i suoi incontri con i maestri del passato, come Michelangelo, o contemporanei, come Victor Hugo. Ci parla della sua concezione dell'arte, dell'uomo, della natura, di Dio, quel «Dio che come una forza ignota governa le leggi universali». Di questa forza ignota, dice Rodin, «io seguo la strada, grazie all'istinto che essa stessa mi ha dato. Molti di noi per mezzo della voluttà, altri per mezzo del dolore, tutti procediamo verso di lei; siamo la sua creazione, siamo le sue forze, siamo la sua infinita varietà».