Le rovine di Parigi
«Le rovine di Parigi, tema e titolo, prendono spunto dalle rovine del libro che Walter Benjamin voleva scrivere sulla città dei "passaggi" e di cui non restano che frammenti e una montagna di citazioni. Gli autori delle citazioni di Benjamin sono gli stessi su cui Macchia lavora, riplasmando nel suo discorso la stessa figura. Per cui questo libro è in qualche modo un’incarnazione compiuta del fantasma di quell’altro: nella nitidezza e nella solida acribia di Macchia passa un fremito della tensione escatologica del profeta berlinese. A questo punto qualcuno sarà tentato d’arruolare Macchia nella schiera dei cavalieri dell’apocalisse, oggi folta più che mai. Io preferisco trarre anche da lui conferma al convincimento opposto: la scaramanzia come metodo sovrano di dominio della Storia; la consuetudine con la visione della fine del mondo come stabile condizione perché il mondo continui.» (dalla recensione di Italo Calvino apparsa su «la Repubblica» del 19 giugno 1985)