Il nudo e la norma. Klimt e Picasso nel 1907
«Durante il 1907,» scrive Jean Clair «a Vienna Gustav Klimt finiva il più bello dei suoi ritratti a fondo oro, senza dubbio uno dei più splendidi quadri che l'arte occidentale abbia prodotto. È il Ritratto di Adele Bloch-Bauer. Lo stesso anno, all'altra estremità dell'Europa, in quel cuore del continente che era Parigi, un altro pittore, Picasso, decideva di lasciare definitivamente incompiuta la grande tela che lo aveva occupato per lunghi mesi, e che sarebbe stata più tardi conosciuta come Les Demoiselles d'Avignon. A Vienna, lusso calma e voluttà; a Parigi, orrore, bruttezza, disarmonia. L'intelligenza prova una certa difficoltà a cogliere la contemporaneità di fenomeni che sembrano avere avuto luogo su pianeti diversi, non appartenere alla stessa storia. Cosa può significare la nascita, avvenuta lo stesso anno, di queste due opere così antitetiche, ma considerate oggi, grazie al distacco del tempo, di uguale importanza e ugualmente ammirate?». Domanda, per molti aspetti cruciale nella storia della pittura del Novecento, cui Jean Clair dà, in Il nudo e la norma, suggestive e affascinanti risposte.