La vita invisibile. Un adolescente nell’Italia delle leggi razziali
Nel 1938, in Italia entrano in vigore le leggi razziali, una serie di provvedimenti con cui gli ebrei italiani perdono tutti i loro diritti: i bambini sono costretti ad abbandonare le scuole, uomini e donne vengono allontanati dai loro impieghi, le persone sono confinate in spazi sempre più piccoli. Tanti sono coloro che vengono deportati nei campi di concentramento, ma tanti sono anche quelli che restano e le cui vite diventano all'improvviso prive di valore. Quando il clima antisemita, già dilagante, si fa più acceso, Roberto ha appena dieci anni e sulle sue spalle grava il peso dell'intera famiglia: mamma, fratellino e sorellina. Il padre, non prevedendo ciò che accadrà, è a lavorare in Etiopia, convinto di poter così assicurare un futuro migliore ai suoi cari. Sopravvivere nella Roma degli anni Quaranta sarà difficile, un continuo arrangiarsi e accontentarsi, fuggire e nascondersi, ma Roberto, con il suo spirito indomito, riuscirà sempre a trovare una ragione per non arrendersi.
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