La croce con la mano smerza
"La croce con la mano smerza" è tutto fuorché un libro di amena lettura. È un testo scomodo e garbato, semplice e profondo, umano e misericordioso, che insegue un mondo migliore capovolgendo le gerarchie; un mondo nel quale gli animali sono infinitamente migliori degli uomini perché hanno rigettato le regole "politiche" di una società che è assolutamente impolitica. Dalla fattoria di un Orwell capovolto si passa al mondo della buona novella, quella che non deve essere predicata ma messa in pratica, quella per intenderci del primo Francesco e del Francesco papa, di Don Ciotti e del Figlio del falegname, e anche di Fabrizio il cantautore dell'amor cortese, dei sogni infranti, e dell'ipocrisia laida sciatta di un mondo senza bene e senza Dio. Gli uomini buoni, in questo libro, quelli che meritano di essere amati sono quelli rifiutati, sono i reietti della società, quelli che conoscono il bene perché hanno conosciuto e subito il male e forse lo anche fatto. "La croce con la mano smerza" è un'opera breve che inganna perché sembra di facile lettura ma poi, come un macigno, si ferma sullo stomaco e invita non essere quello siamo diventati, a dire quello che pensiamo veramente, ad essere più che ad apparire.
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