L'assurdo e l'etica della misura. Guardando al presente con Albert Camus
Albert Camus, con le sue scelte stilistiche e formali, manifesta una profonda avversione verso la verità concepita come un valore assoluto e incontestabile. Questa avversione si traduce in una filosofia dissonante e singolare: mentre la tradizione filosofica ha sempre cercato di esporre e dimostrare una verità, Camus si immerge nell’illusione della non-verità. Il suo linguaggio argomentativo, pur non seguendo rigidamente le convenzioni, è adeguato al suo obiettivo di sovvertire l’ordine delle verità assolute. Camus ravvisa nelle opere dei grandi romanzieri il contenuto di verità latente nelle nostre società. Questo percorso fa emergere in modo conciso la visione filosofica del franco-algerino sull’arte, secondo cui, in questo contesto, i romanzi riescono a esplicitare in modo superiore l’essenza della nostra epoca rispetto ai vecchi trattati filosofici. I grandi romanzieri diventano così anche grandi filosofi, capaci di maestria nel rappresentare la filosofia del nostro secolo: una filosofia della carne e della vita sensibile. In verità, l’autore dello Straniero si inserisce in questo illustre gruppo di pensatori-artisti, con le sue opere che riescono a esibire magistralmente la filosofia della sua epoca, nel tentativo di cogliere l’essenza della vita e della sensibilità.
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