Cieli segreti. Trattato di magia talismanica
Il Liber planetarum ex scientia Abel racconta di come, dopo il diluvio, il leggendario Ermete Trismegisto, giunto a Ebron, la città dove avevano vissuto Adamo, il figlio Abele e la maggior parte dei saggi antidiluviani, scoprì una serie di lapidi marmoree scolpite e nascoste dagli antichi filosofi; tra queste trovò le stele alle quali Abele aveva affidato la memoria della dottrina dei talismani, la praestigiorum scientia, la prima e la più perfetta di tutte le magie. Ermete racconta di aver rinvenuto una prima stele e di averne seguito le istruzioni, constatandone l’efficacia. Il Liber planetarum espone una forma di magia talismanica basata sulla determinazione del momento astrologico appropriato, sull’incisione di un’immagine su metallo, sull’iscrizione di specifici nomi o simboli in varie parti dell’immagine e sulla fumigazione, durante la quale procedere all’evocazione incantatoria, cioè alla dichiarazione dell’intento magico, alla pronunzia di uno o più nomi di entità angeliche e a un’invocazione.
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