Il viaggio dell'Io. Strutture narrative e individuazione di sé

Il viaggio dell'Io. Strutture narrative e individuazione di sé

Le storie e la vita sono fatte della stessa sostanza. Studi recenti definiscono il sé narrante come una funzione della mente in grado di dare un ordine al caos, intessendo una storia nella quale ogni esperienza trova posto e senso duraturo. Drammatizzare fa parte della natura umana e dentro ogni dilemma narrativo pulsa un tema mitico, che ci mette in contatto verticale con i misteri dell’esistenza – il cosmo e la morte –, per i quali non abbiamo risposte ma narrazioni. Il Viaggio dell’Io getta un ponte tra i modelli delle strutture narrative (da Aristotele alla serialità contemporanea, lungo la dorsale tracciata da J. Campbell) e il tema individuativo, compito umano fondamentale nel pensiero di C. G. Jung, che considera il mito dell’eroe una delle espressioni simboliche universali più adatte a chiarire il processo di individuazione per «attuare il proprio Sé». L’istinto del narrare e il potere universale della finzione sono le vie attraverso le quali la capacità umana ha creato uno spazio dedicato al senso, un temenos nel quale abbeverarsi a quell’«acqua di vita» che, nelle parole di Marie-Louise von Franz, costituisce la vera meta dell’individuo.
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