Ecologia della territorialità. Le sfide ambientali della Chiesa tra scienza, etica e politica
La Chiesa costruisce, accanto a una consolidata dottrina sociale, una sempre più articolata dottrina ambientale. Durante il pontificato di Papa Francesco, segnatamente con la lettera enciclica Laudato si’ (2015) e con l’esortazione apostolica Laudate deum (2023), sono stati elaborati contributi importanti. Come prende forma il pensiero ambientale della Chiesa e cosa ne segna la peculiarità? Esso assume un profilo squisitamente teologale, anche in comparazione con credenze diverse dal Cristianesimo: sia riguardo alle religioni del Libro (Giudaismo, Islam) sia riguardo alle religioni asiatiche (Induismo, Buddismo) e, tra i grandi sistemi di pensiero, riguardo al Confucianesimo. D’altro canto, la dottrina ambientale della Chiesa si misura con le istanze del mondo, allorquando analizza le circostanze della degradazione della natura e, nel contempo, vuole farsi pratica di prevenzione, di conservazione, di cura. Affronta allora i temi del suo impegno sul piano della ricerca scientifica e dell’azione politica, riconducendo la crisi ambientale a una sua irriducibile matrice economica, con importanti risvolti geopolitici, transcalari, comunicativi, e richiamando “le persone di buona volontà” alla cura della “casa comune” come imperativo etico, fonte di responsabilità e salvaguardia di diritti umani fondamentali.