Naso cothurnatus. Echi tragici e movenze teatralizzanti nelle epistole ovidiane dell'esilio
Può Ovidio esule essere considerato un poeta cothurnatus? La sperimentazione letteraria che attraversa tutta la sua produzione poetica fino alle elegie dal Ponto attinge anche al teatro? Quale ruolo svolge la tradizione drammaturgica greco-romana nel racconto della sua esperienza di relegato? Quali effetti produce il riuso di stilemi e modelli teatrali in una poesia di matrice elegiaca? Il volume tenta di rispondere a questi interrogativi unendo all’analisi filologica, intertestuale e lessicale dell’ultima poesia ovidiana un esame tecnico-formale delle dinamiche tipiche della messa in scena. La trama di allusioni e reminiscenze tragiche rintracciabile in Tristia ed Epistuale ex Ponto sembra, infatti, rispondere a una precisa strategia narrativa, che attraverso l’esasperazione patetica, la drammatizzazione di situazioni e personaggi, l’approfondimento emotivo e psicologico, dà vita a un racconto caratterizzato da una forte “attitudine teatrale”.