È possibile determinare scientificamente la volontà?
Il presente contributo, vuole sostenere l'impiego delle tecniche di neuroimaging funzionale nelle dinamiche del procedimento penale e nello specifico, la non incompatibilità tra queste e la libertà morale del dichiarante, al fine del loro impiego nell'analisi e nella valutazione della prova dichiarativa. Allo stato attuale, infatti, il ricorso al neuroimaging funzionale è limitato esclusivamente all'analisi della capacità di intendere e di volere, sul presupposto che tali tecniche siano in grado di determinare la libera volontà del dichiarante. Appurata la validità scientifica del metodo, ci si concentrerà sulla reale possibilità che le neuroscienze possano annichilire la libertà morale. Prospettando il discorso in chiave di concordanza, tra i principi che regolano il processo penale e le caratteristiche strutturali e funzionali delle neuroscienze, si giungerà a concludere che ha poco senso continuare a rinunciare ai risultati scientifici forniti da queste ultime. Infatti, data la struttura legale e valoriale che è propria del sistema penale e date le caratteristiche delle tecniche neuroscientifiche, si rileverà che tra di essi non sussiste alcun rapporto escludente.
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