Un posto in prima fila

Un posto in prima fila

Una narrazione agiografica della Resistenza ha raccontato in questi anni l'impegno e il sacrificio di una parte sola, quella comunista, che avrebbe fatto le scelte più giuste sia sul piano strategico che tattico. Ma è davvero così? In realtà, più si studiano "le carte" più emerge con chiarezza che le Resistenze in Italia erano due. Infatti cattolici e moderati volevano limitare al massimo l'uso della violenza, delle rappresaglie e dell'odio tra italiani, mentre comunisti e azionisti, favorevoli alla lotta armata senza misura, rifiutavano persino di confrontarsi con loro, ascoltando unicamente il Partito. In un Paese già in guerra, dilaniato dai bombardamenti, dall'alto numero di morti, dalla fame e dalla miseria, nessuna persona di buon senso avrebbe scelto ancora la via delle armi per disegnarne il futuro. Eppure, quella scelta dissennata fu adottata da chi, in virtù di un progetto rivoluzionario deciso da tempo, aveva bisogno delle armi e della violenza per realizzarlo: era la minoranza comunista. Con la spregiudicatezza di una parte e l'ingenuità dell'altra, la prima le impose a tutti gli italiani con conseguenze disastrose. Alfredo Pizzoni, presidente del CLNAI, nel 1955 dichiarava a Milano che noi la guerra civile non la volevamo ma l'abbiamo dovuta subire. Raffaele Cadorna, comandante militare del CLNAI, ricorda che i rappresentanti del Pci facevano il doppio gioco perché volevano impadronirsi delle leve di comando [...] anche con le armi alla mano. Perché la lotta armata si è imposta senza neppure tenere conto delle alternative che soggetti autorevoli della Resistenza ipotizzavano? Che cosa non ha funzionato nella componente cattolico-moderata che la guerra civile non voleva, ma fu costretta a subire? Perché nel dopoguerra nessuno, o pochissimi, si sono preoccupati di far luce su questa problematica, preferendo dare risalto alla funzione salvifica del partito comunista? Un posto in prima fila, thriller che è anche un'analisi storica, con l'utilizzo di fonti e ricerche già pubblicate, ma ignorate, ci fa intravedere un altro scenario della Resistenza, avanzando anche qualche risposta alle precedenti domande.
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