L'infinito tace e germina luce
Nella sua produzione poetica, Emilio si muove tra due estremi: da una parte la descrizione appassionata, con grande afflato poetico e parole, a volte leggere come il volo di farfalle, altre volte pesanti come pietre, della cruda realtà con tutte le sue contraddizioni e le sue storture. Il mondo di Emilio è segnato dalla sofferenza. Non solo dagli uomini ma da tutti gli esseri, fino alle onde del mare che stancamente, una dopo l’altra, muoiono sulla riva, in un divenire apparentemente senza fine e senza un fine, si leva un grido che è esigenza di senso e di giustificazione. L’altra dimensione delle poesie è l’anelito verso l’infinito dove ogni sofferenza si placa, tutti i contrasti rientrano nella pace. Questa concezione ha evocato l’immagine delle due facce di un tappeto persiano: da una parte un caos, e una selva di fili aggrovigliati, dall’altra l’ordine dei disegni e della figure che destano ammirazione ed allietano lo sguardo... (dalla presentazione di Antonio Italia)
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