Uno Shabbat da Hitler
1940. Siamo a ridosso della Seconda guerra mondiale e incombe sugli ebrei la minaccia dell'Olocausto.Schneersohn, sesto Lubavicher Rebbe, capo spirituale dell'ebraismo chassidico, è riparato negli Stati Uniti dopo essere stato liberato dal Ghetto di Varsavia.Egli intuisce che l'attuale persecuzione sta per trasformarsi in un evento funesto di incommensurabile portata e decide di raccogliere un gruppo di Rabbini e discepoli per tornare in Europa.L'angoscioso viaggio ha l'intento di portare i rappresentanti del popolo ebraico a parlare con Hitler per cercare di fermare lo sterminio che si profila all'orizzonte.La narrazione è una costante ascesa verso il Nido dell'Aquila, residenza del Führer, dove le due controparti, quella ebraica e quella nazista, si fronteggeranno. La discussione assume subito toni drammatici.Il viaggio e l'incontro tra la delegazione ebraica e Hitler si svolge nell'arco della settimana dallo Yom Rishon allo Shabbat. I sette giorni a loro volta sono scanditi dai tre momenti della giornata religiosa ebraica che inizia la sera con la preghiera di Arvit, prosegue con quella mattutina di Shacharit e si conclude con quella del crepuscolo di Mincha.Il romanzo è uno straordinario viaggio nella cultura e nella mistica ebraica nei suoi aspetti talmudici e cabalistici. Prefazione di Moni Ovadia
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