Disperatamente Antonio
Giulia del Giudice è una donna determinata, ostinata, idealista e una cardiologa di eccellenza. Vince un concorso presso l'ospedale "Villa Celeste" di Palermo. In serbo però, non c'è una carriera facile: difficoltà di integrazione, pazienti diffidenti, prepotenza e regole alla quale è obbligatorio sottostare. Ma Giulia non si lascia intimorire, la sua fermezza la spinge sempre più oltre fino a scoprire attorno alla struttura, l'esistenza di traffici di stampo mafioso. Una notte è convocata a salvare la vita a don Gaetano Mancuso detto il barone. Non c'è tempo, Giulia deve fare del suo meglio. Il barone è devoto a Cosa nostra, erede del fratello don Mimì morto in un incidente: è il nuovo capo della Cupola; per lui ogni regola esula le abituali, gli sono così assegnate, le cure domiciliari. Giulia è il medico che dovrà seguirlo entrando così in contatto, con la famiglia e la criminalità organizzata. Il nuovo direttore sanitario è un uomo che ostenta con tracotanza la sua prepotenza, Giulia intende scoprire se è implicato con le dimissioni improvvise del suo predecessore e con la famiglia dei Mancuso. Il gioco è pericoloso, la posta è alta, ma la loro unione è pronta a sfidare ogni realtà compresa quella cruda degli uomini d'onore. Un imprevisto le sconvolge la vita: l'incontro con Antonio Mancuso, figlio del barone.
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