Serbidoras e meris durante il Regno di Sardegna
Pochi anni dopo l'edito delle chiudende del 1820, emanato del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. A Perdalonga, paese di montagna ricca di foreste e buone terre a valle, la lotta per accaparrarsene il più possibile si esprimeva anche con la violenza. Vittima di questa violenza è la famiglia benestante dei Piras, che subisce dapprima la bardana, successivamente viene trovato morto, in un suo campo di grano, il capo della famiglia. Le indagini sui delitti le porta avanti con grande riserbo l'amico di famiglia, l'avvocato Fernando Buesca. La lentezza della giustizia induce Buesca ad avvalersi delle informazioni dei serbidoris e serbidoras, per venire a capo della singolare indagine. In Lombardia si combatte la prima guerra d'indipendenza, mentre la Sardegna è oggetto di scambio nella scacchiera delle dinastie monarchiche. Le vicende si snodano nel periodo risorgimentale in cui le famiglie di Felice Piras e Fernando Buesca si schierano sulle posizioni mazziniane per l'unità dell'Italia repubblicana. Sono le uniche famiglie della media borghesia del paese che si impegnano per la crescita delle coscienze dei paesani, nella maggioranza analfabeti, anche attraverso i rapporti che instaurano con i parlamentari sardi del Regno.
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