Dimenticati alle Canarie
Una breve vacanza a Fuerteventura si trasforma in una situazione angosciosa. In breve tempo un idillio si tramuta in ansia e paura. Corrono le prime voci su un certo virus che aggredisce i polmoni. Gli ospedali sono presi d'assalto. Spuntano i primi morti in tutte le isole dell'arcipelago. I turisti si riversano verso l'aeroporto. Su tutta l'isola la libertà di movimento è ridotta drasticamente. Il cerchio si stringe: È vietato lasciare la propria provincia... è vietato uscire accompagnati... è vietato allontanarsi più di 1 km dall'abitazione e infine... è vietato camminare per strada. La Guardia Civil è presente ovunque e blocca qualsiasi tentativo di evadere dalla "prigione". In questa situazione un pensiero sempre più insistente riaccende la speranza: "Se un problema non può essere risolto, bisogna accettarlo, conviverci, farselo amico; è da qui che possono nascere nuove opportunità". Questa conoscenza acquisita apre la porta a una valutazione nuova della situazione e infonde forza e coraggio fino a quando, dopo 5 mesi e 3 giorni, un aereo partito da Fuerteventura atterra all'aeroporto di Stoccarda.
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