Un altrove interiore. Ricordi semiseri di e tra i monti
Una breve riflessione costruita su frammenti d'arco autobiografico per parlare di apparenti contraddizioni e possibili unità: la montagna guarda dall'alto la pianura, la studia, la desidera e la rifiuta; il ricordo e la fantasia dispiegano personaggi veri e immaginati; il qui ed ora si confondono con un luogo ed un tempo irrimediabilmente trascorsi ma ancora capaci di esistere. Un uomo ripensa, nelle sere in cui nella sua casa di città cessano i rumori, oppure pedalando e cercando oltre il proprio sguardo, al ragazzo che è stato tra quei monti, sempre vicini, eppure raggiungibili solo nel suo altrove interiore. Esercizio di scrittura libera dalle molte rigidità tecniche, spontanea nel suo attingere al deposito dei ricordi, propositiva nel cercare corrispondenze tra il dato reale e l'inaspettato umano, riflessiva senza eleggersi a sistema di pensiero, edificata su suggestioni stratificate, ed al contempo, metamorfizzanti. Quattro brevi racconti nati dalla memoria, tracimano spontaneamente sulle pagine che descrivono volti mutati, luoghi idealizzati, accadimenti lontani nel tempo, tuttavia vivi nella loro manifestazione sensitiva e sentimentale; s'innescano così, d'improvviso, una serie di corrispondenze tra l'allora e l'oggi, il me e l'altro da me, il percepito ed il pensato, il vero ed il fantastico raggrumati attorno al bisogno di curare se stessi ripensando gli altri. La parola scritta intesa, e proposta, come possibile strumento rivolto a chiunque ricerchi una via di fuga, dal se stesso cristallizzato nelle certezze e dall'immobile realtà fattuale.
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